ROMA- In fuga dalla Sicilia porche insoddisfatti del sistema scholastico italiano. È la scelta di una famiglia finlandese che si è transferida a Siracusa desde agosto scorso “per sperimentare il vostro clima e la vostra cultura fantastici”, ma desafortunadamente il soggiorno, dicono, “non è andato come previsto”. Pittrice lei, gerente dell’Information Technology lui, i due genitori dopo un period di vacanza in Italia avevano scelto di stay in Syracuse and matricular sus quattro figli di 15, 14, 6 y 3 anni nelle pubbliche italiane.
“Abbiamo già vissuto sia in Spagna sia nel Regno Unito e abbiamo (¿ingenuamente?) pensato che il sistema scolastico sarebe stato simile in tutto il Mediterraneo, mar ragazzi, ci sbagliavamo. I nostri due ragazzi, uno di 6 anni e l’altro di 14, sono andati a scuola qui a Siracusa ma ci sono voluti appena un paio di mesi per renderci conto che non ne valeva la pena», scrive la mamma in una lettera pubblicata oggi sul quotidiano Noticias de Siracusa.
La donna lamenta il fatto che”la giornata scolastica si trascorre sulla stessa sedia dalla mattina fino a quando non si ritorna a casa”, senza possibilidad di muoversi. «La Finlandia si rende conto dei benefici di bambini che si moovono, giocano, urlano e corrono liberamente all’aperto per liberarsi delle energie eccesso e prendere aria fresca, così da ottenere migliori risultati a scuola», agregó. La carta continúa luego en una crítica exhaustiva del modelo scolastico italiano, pubblicata proprio per giustificare la scelta di lasciare il Paese, e stabilirsi in Spagna.
Por Antonella Di Bartolo, dirigente siciliana dell’Istituto Sperone-Pertini di Palermo, la reflection della mamma finlandés non è da prendere come una condanna fine a sè stessa, ma come un invito a cambiare il nostro modello di istruzione. «Condivido le parole di questa mamma e di questa famiglia: è impensabile che bambini e ragazzi trascorranno 5-6 ore a scuola con un’instruzione del lavoro ottocentesca, quando i ritmi e le sollecitazioni sono diventati diversi- spiega all’agenzia di stampa Dire- Neanche gli adult si sottoporrebbero a 6 ore al giorno dietro una scrivia immobili. E poi sono sono le researche che attestano un apprendimento migliore per i giovani che possono beneficiae di pause e movimento”.
La dirigente spiega di aver partecipato ad un progetto di scambi in Grecia e Spagna, dove il modello di instrucción prevede appunto più momenti dinamici per gli alunni, “ma la scuola italiana è ripiegata su sè tessa e non guarda altrove- commentada- dall’estero , invece, si puerde imparare qualcosa”. Ma secondo la preside, gli “insegnanti sono poco inclini a mettersi in gioco. Un commento simile dovrebbe riaprire il dibattito su come si fa didattica, sull’apprendimento. A maggior ragione dopo quanto successo in questi anni, che hanno reso i nostri ragazzi ancora più fragili”.
Por Di Bartolo, quindi”bisognerebbe rendere l’ambiente scolastico come un ambiente in cui è piacevole stare. Un luogo in cui i giovani devono impengarsi, ma con un modello di apprendiento orientato al benessere”. Secondo la dirigente, quindi, la critica non è legata al territorio, ma all’intero sistema scolastico italiano. “Si faccia didattica in modo differente- chiede Di Bartolo- ci sono vari elementi di reflectione da cui poter repartire. C’è un lavoro da fare. Non rendiamo questa critica fine a sè stessa, ma facciamone qualcosa di positivo per noi”.
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